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    Con “Keyword stuffing” si fa riferimento alla pratica di inserire quante più parole chiave possibile all’interno di una pagina.

    Soprattutto nei primi anni della SEO, la “tecnica” di Keyword stuffing era molto utilizzata e consentiva di ottenere buoni risultati per il posizionamento di una pagina web all’interno della SERP.

    Bastava inserire all’interno della pagina una grande quantità di parole chiave e la pagina riusciva a posizionarsi anche se priva di contenuto. L’esperienza utente era ovviamente pessima.

    L’utente che effettuava una ricerca mirata, ad esempio “bilocale di nuova costruzione in vendita a Milano”, finiva per atterrare su di una pagina dove il valore aggiunto era inesistente e si trovava semplicemente ripetuta quella parola chiave per moltissime volte.

    I motori di ricerca, hanno progressivamente iniziato ad identificare la presenza di keyword stuffing e filtrare queste tipologie di pagine e a penalizzarle, poiché prive di contenuti ed informazioni utili per l’utente.


    I pericoli dell’eccessiva ottimizzazione

    Infarcire una pagina web di parole chiave con l’obiettivo di ottenerne il posizionamento sui motori di ricerca, ad oggi è considerata una tecnica assolutamente deprecata.  

    Il Keyword stuffing è classificato come black-hat SEO. Cioè categorizzato come una di quelle pratiche utilizzate per migliorare il posizionamento di un sito o di una pagina web sui motori di ricerca attraverso modalità che violano i termini di servizio di Google e degli altri search engine, e che di conseguenza espongono il sito a penalizzazioni o a ban da parte dei motori di ricerca.

    Quindi, anche se, nel brevissimo termine, questa “strategia” di Keyword stuffing, potrebbe ancora portare qualche risultato di posizionamento, alla lunga può produrre enormi svantaggi come penalizzazioni, retrocessioni, fino alla rimozione completa del sito o della pagina dall’indice dei motori di ricerca.

    I motori di ricerca si stanno sempre più orientando verso la valorizzazione di siti web e contenuti che offrono un’ottima esperienza all’utente, fornendo informazioni utili e pertinenti.

    Per capire meglio, vediamo un esempio di contenuto basato sul Keyword stuffing:

    “Cerchi scarpe da corsa economiche? Se stai cercando scarpe da corsa economiche, non cercare oltre. Il nostro sito web di scarpe da corsa economiche è il posto migliore per ordinare le tue nuove scarpe da corsa economiche. Dai un’occhiata alla nostra selezione di scarpe da corsa economiche dalla nostra selezione di scarpe da corsa economiche di seguito.”

    Un contenuto di questo tipo risulta sicuramente poco accattivante, coinvolgente o utile per l’utente. Anche se la pagina web dovesse posizionarsi sui motori di ricerca, l’utente che atterra su di una pagina di questo tipo, non avrà sicuramente una bella impressione.

    L’esperienza utente risulterà negativa, l’utente non si sentirà accolto ed accompagnato nella navigazione, ma piuttosto “usato”. Molto probabilmente sarà infastidito e deluso e tenderà ad abbandonare il sito web senza procedere oltre nella navigazione.


    Keyword stuffing Vs Ottimizzazione delle parole chiave

    A questo punto è molto importante distinguere tra Keyword stuffing (quindi riempimento della pagina di parole chiave) ed un utilizzo misurato ed opportuno di parole chiave a scopo di ottimizzazione.

    L’utilizzo di parole chiave è ancora importante per consentire la corretta interpretazione del contenuto da parte dei motori di ricerca. In particolare, è consigliato l’utilizzo della principale parola chiave di una pagina all’interno del SEO Title, nel titolo H1 e anche all’interno del contenuto testuale o del tag alt dell’immagine.

    Ma ne va fatto un utilizzo appropriato. SEO Title e Description vanno pensati per comunicare con le persone, non con i robots. I contenuti devono fornire informazioni utili all’utente, studiati e collocati correttamente nel Buying Journey in base a quelle che sono le effettive necessità dell’utente.


    Come utilizzare le parole chiave in modo corretto

    Alcuni sostengono che esista una percentuale di Keyword density (cioè la frequenza con la quale una determinata keyword – composta da uno o più termini – compare nella pagina Web) consigliata che non deve superare il 2-5% per evitare il Keyword stuffing.

    Il nostro consiglio è quello di non concentrare troppo l’attenzione sulla Keyword Density. Sicuramente è sensato svolgere un’analisi preliminare per comprendere quale tipologia di parola chiave utilizzare ed assicurarsi che questa sia presente nei principali tag. Ma suggeriamo di scrivere nel modo più naturale possibile, impiegando anche parole chiave a coda lunga (long tail keywords), sinonimi, termini correlati.

    Gli algoritmi dei motori di ricerca sono ormai capaci di riconoscere i sinonimi, i molteplici significati che una parola può avere. Prestano grande attenzione alla pertinenza, cioè la corrispondenza tra la ricerca effettuata ed il contenuto proposto.

    Una pagina contenente una grande varietà di parole correlate è considerata indice del fatto che sono state create risorse di valore per l’utente, piuttosto che contenuti senza senso con l’unico obiettivo di “ingannare” i motori di ricerca.

    Per ulteriori informazioni, ti consigliamo di consultare la Guida introduttiva all’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) di Google.


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