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    Dall’interessante intervento di Veronica Civiero al Web Marketing Festival 2020, abbiamo raccolto alcune osservazioni che ci hanno portato a riflettere sul concetto di Social Media Value.

    Nonostante non esista ancora una definizione condivisa di questo termine, potrebbe essere definito come il valore che ognuno di noi riceve per ogni minuto di tempo speso su piattaforme di social media.

    Le piattaforme di Social Network hanno avuto grandi evoluzioni negli ultimi anni. Nel 2008 Facebook era una rubrica, una specie di bacheca strutturata come un diario. Veniva utilizzato per interagire principalmente con amici molto stretti.

    Tra il 2010 e il 2011 è arrivato Instagram con il sistema hashtag che ha dato la possibilità di interagire con persone che non si conoscevano direttamente. Grazie al sistema di hashtag #, queste persone avevano la possibilità di visualizzare la foto pubblicata da noi, perché incuriositi dal contenuto categorizzato appunto tramite ashtag. Per la prima volta si condividevano contenuti completamente aperti con un sistema che faceva da collante e che permetteva di raggiungere persone che non erano nella rete dei contatti.


    Quanto spesso andiamo a ricercare contenuti sui social?

    I dati mostrano che li utilizziamo come fossero un motore di ricerca, per lo più Instagram o Pinterest. In italia il 50% delle persone li usa come strumenti di informazione.

    Dati pubblicati da Facebook mostrano che, durante il periodo COVID 19, in Italia si è visto crescere più del 70% il tempo speso su piattaforme Facebook  (quindi Facebook, Instagram, WhatsApp e Messanger) da Marzo ad Aprile 2020.

    Le views di Instagram e Facebook live sono duplicate durante la prima settimana di lockdown.

    Si è inoltre vista crescere l’attività di messaggistica di oltre il 50% ed il tempo trascorso in call di gruppo (call con 3 o più partecipanti) di oltre il 1000%

    Non solo le persone usano i Social per cercare informazioni, ma nei momenti di crisi, in momenti in cui c’è bisogno di sapere di più, le persone si riversano nei social anche per trovare risposte.

    Inoltre l’ultimo libro di Philip Kotler e Christian Sarkar “Brand Activism” ed una ricerca di KANTAR, mostrano come le nuove generazioni si aspettino sempre più che i brand prendano posizione negli ambiti sociali. Non parlino solo dei propri servizi e prodotti.


    3 fattori che stanno influenzando i contenuti all’interno dei social media

    1 – Brand Communication e Social Media Value

    I brand dovranno condividere contenuti rilevanti ed interessanti. L’attenzione media degli utenti è andata via via diminuendo (passando da una media di 12 secondi nel 2008 fino a 2,8 secondi ad oggi sulla Generazione Z).

    Inizialmente si è pensato che la creatività fosse il modo per differenziare e far emergere un post. Questo è essenziale, ma, alla lunga ha portato ad una tendenza all’uniformazione con alti standard creativi, tematiche con focus di prodotto, coinvolgimento dell’utente.

    Stabilito quindi che avere una bella creatività è fondamentale, ci si deve muovere sul valore. Cioè domandarsi “cosa stiamo effettivamente dando in più all’utente?”

    Quando parliamo di valore dobbiamo concentrarci su:

    • Mission del brand: quali sono i valori che vuole comunicare. L’obiettivo deve essere quello di comunicare il valore del brand in modo credibile, rilevante e pertinente. Definendo Purpose, Vision. Mission, Values. Rispondendo a domande come Perché esistiamo? Dove andiamo? Cosa facciamo? In cosa crediamo?
    • Attività svolte dal brand per raggiungere la sua missione (ad esempio impegno sociale). Rispondendo quindi a domande quali: Come ci arriviamo? Come lo facciamo? Come misuriamo?

    2 – Influencers e Social Media Value

    Una stima di eMarketer mostra che, a livello mondiale, nel 2020 la spesa in Influencer Marketing è aumentata del 59% (6,3 bilions nel 2018 a 10 bilions nel 2020)

    Questo però ha portato alla creazione di cloni. Non appena nasce un influencer e cresce nel numero di follower, inizia ad attivare collaborazioni con i Brand. Questi brand danno una linea di pubblicazione e delle linee guida di comunicazione che fanno si che l’influencer perda una parte della propria personalità

    Più brand chiedono all’influencer di collaborare, più arrivano altri brand e più l’influencer è portato a creare contenuti che attirino altri brand. Ed esprime sempre meno il proprio punto di vista perché potrebbe non essere in linea con il Brand che lo sponsorizza.

    Il rischio è una grande perdita di fiducia da parte del pubblico verso gli Influencers.

    Uno studio di stakla mostra che per l’86% dei consumatori l’autenticità è il fattore più importante.

    Occorre quindi maggiore attenzione da parte degli influencer ad una comunicazione vera e genuina. Alla tutela della propria personalità, non influenzata dai Brand.


    3 – Media Sources e Social Media Value

    Emergono sempre più piattaforme che parlano di News. Le Media Sources tradizionali hanno basso engagement e sui social non vengono condivise le info più di valore perché, per il modello di business, vengono fornite ad abbonamento o offline.

    Ci sono invece altri sistemi di News più innovativi, che basano il proprio business sul valore, cercano di dare informazioni rilevanti e condivisibili. Ma il business model non si sa se sarà sostenibile.

    Purtroppo non ci è possibile sapere come evolverà questo scenario. Possiamo però affermare che il modello di comunicazione non può più basarsi solo sui Brand Basics, è fondamentale che ci sia valore.


    I cambiamenti nel mondo dei Social Media sono incessanti e veloci. Gli algoritmi si aggiornano continuamente, gli utenti cambiano piattaforma e emergono nuove funzionalità.

    In questo contesto di costante mutamento, è sempre più difficile raggiungere le persone potenzialmente interessate e costruire una community fidelizzata.

    Nonostante ciò i Social Media costituiscono una grande opportunità per le aziende per aprirsi al dialogo con i propri clienti.


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    Paola Rovati
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